Stefano Rabozzi

Capanno da pesca al tramonto

Anno 2022

Olio su tavola, cm. 30×40

In quest’opera viene riprodotto un capanno da pesca in Abruzzo, sul finire del giorno, appunto al Tramonto. I colori ad olio sono stati trattati sia con pennello che con spatola.

Stefano Rabozzi, 65 anni, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte ormai dal lontano 1985.
Ha pubblicato tredici libri in carriera. Ricordiamo gli esordi, con il libro di poesie “Frammenti”, che vince a Roma il Premio Internazionale “Leone d’Oro per la Letteratura”. Sono seguiti romanzi, “Quella cascina della Bassa”, “Gli Alpini non vanno per mare”, saggi e racconti come “Nel nome del Padre”, dedicato alla figura pastorale del Pontefice Giovanni Paolo II, ora San Giovanni Paolo II, il libro dal titolo “Ero in guerra ma non lo sapevo” con Alberto Torregiani, storia dei primi movimenti terroristici italiani degli anni ’70. Escono poi due libri fotografici con Mirko Bosio, l’obiettivo magico delle splendide foto de “La magia del Lago d’Orta” e “Novara Svelata”, dove Rabozzi scrive i testi. E’ un pittore autodidatta che crea le sue opere quasi esclusivamente ad olio su tavola, raramente su tela. Inizia a dipingere nel lontano 2000, per pura passione, mentre intorno al 2019, poco prima della Pandemia, i suoi lavori vengono visti ed apprezzati dall’allora Direttore del Museo d’Arte Moderna di Copenaghen, Enrico Ascalone, che sceglie una delle opere di Rabozzi da tenere nel suo studio personale. Durante la Pandemia, nell’impossibilità di muoversi, Rabozzi crea in successione una ventina di lavori che vanno dall’espressionismo, alle nature morte, ai paesaggi della bassa novarese, tanto cara all’Autore, fino, ultimamente, a lavori tra l’espressionismo e la forza materica e il trionfo del colore.
Vive e lavora dalla nascita a Novara

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