Branciforte

Fissazioni

Anno 2020
Olio e smalti su tela, cm. 100×80

Siciliano di origine (Catania 1962). Nel 1982, dopo essersi diplomato in “Arte Applicata” e “Decorazione pittorica” presso l’Istituto Statale d’Arte di Siracusa, si trasferisce a Bologna per proseguire gli studi. Frequenta il D.A.M.S. dove approfondisce la conoscenza critica dell’arte nel clima di avanguardia culturale che in quegli anni vide molti intellettuali riuniti attorno a Umberto Eco e al D.A.M.S. di Bologna. Affascinato dall’estetica sperimentale e dalla psicologia della percezione, si laurea con Alessandro Serra presentando una tesi in Psicologia dell’arte: “I meccanismi della rappresentazione visiva nei disegni di Saul Steinberg”. Nel 1992, dopo aver seguito all’Accademia “Clementina” di Belle Arti il Corso di Pittura tenuto da Emilio Contini, si diploma presentando uno studio dal titolo: “Attualità della figurazione di Lucian Freud – Contributo alla mia ricerca pittorica”. Attualmente vive e lavora a Jesi nelle Marche.

La mia esperienza artistica si lega a quell’esigenza, nata negli anni ’80, del ritorno alla pittura e all’opera d’arte come esperienza sensibile. Alcuni momenti dell’arte del ‘900 sono stati per me fonte di ispirazione e luogo di verifica del mio lavoro. Hanno contribuito alla creazione del mio immaginario, del mondo segnico e della palette neo-espressionista del mio fare pittorico.

Saul Steinberg e Lucien Freud sono i miei maestri: dalla linea sottile del primo e dall’immagine forte e reale del secondo traggo continua ispirazione; insieme con lo studio della psicologia dell’arte e della percezione visiva fatto sui saggi di Ernst Gombrich e Luciano Anceschi segnano la mia genesi artistica.

Ciò che mi spinge a dipingere è la bellezza insita nell’intuizione sempre diversa dei meccanismi alchemici che si generano dall’accostamento di forme e colori .

Vivo l’arte come una continua ricerca e sperimentazione di tecniche e materiali. Utilizzo tavole, compensati, reticolati, plastiche, carte per una costruzione quasi da carpenteria delle mie opere. Spesso I fogli schizzati diventano parte integrante del componimento pittorico: ritagli inglobati in una sovrapposizione bulimica di colore, carte, ritagli, fotografie e ancora colore.

Non mi interessa narrare il vero, né descriverne gli accadimenti ma creare luoghi percettivi che risveglino in chi guarda la meraviglia per i meccanismi della rappresentazione della realtà. Quello che mi interessa e disanestetizzare gli ambienti visivi dalla percezione statica e renderli costantemente inediti e vitali

Ciò che mi chiedo quando dipingo è come poter rendere la rappresentazione delle cose in mutamento costante: creare un processo e non una sostanza, questo mi interessa. La visione deve fluire, tanto da rendere impossibile guardarla due volte nello stesso modo.

Per questo le mie opere sono non-luoghi: una sorta di altrove mentale dove si proiettano ricordi e visioni, – dove forme e figure, dalla fitta trama materica e colorica, definiscono lo spazio e attraggono chi guarda su qualcosa di visto ma non osservato: un luogo emotivo dove ad ogni sguardo tutto ricomincia in una nuova dimensione visiva.

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