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Massimo Zampedri

Motus Nodorum (il movimento dei nodi)

Anno 2013

Olio e pastelli su cartone telato, con inserti di gesso e juta, cm 50×70

Nel mare di Motus Nodorum l’onda crea il movimento e quindi la velocità ed il flusso dell’acqua e del vento (“i nodi marini”). Grazie a questo “moto” le “barche a vela” (il cambiamento) veleggiano verso il nodo dello spazio al centro dell’opera, con la missione di riattivare il flusso vitale che intanto, ormai fermo, imprigiona l’universo nella sua struttura quadrimensionale. I sentimenti (gli occhi) osservano attoniti il lento tramonto dell’universo ormai immobile ed il bruciare del tempo (rappresentato dalla meridiana) che proietta l’ombra delle sue ultime ore con lo “gnomone” dello stilo, detto appunto nodo.

Motus Nodorum è quindi il “movimento dei nodi” inteso non solo come moto-velocità-spazio-distanza, ma anche come forma di espressione di una esigenza o necessità di cambiamento e rinascita dove l’arte è vista come elemento-strumento (un vero e proprio movimento) finalizzato al raggiungimento di questo obiettivo. Soltanto una rivoluzione artistica potrà restituire la naturale costanza allo scorrimento del flusso vitale per tornare così a ri-ascoltare i N-(Odi) che parlano – in questo caso – con il mio linguaggio fatto di studi, di concetti, di segmenti, di simboli, di forme, di materia, di colori, di suoni e di sguardi che da sempre caratterizzano la “costruzione della mia pictura” come un vero pingendi artificem.

Nell’opera di Massimo Zampedri (Pingendi Artificem) la carta, decontestualizzata, diventa protagonista di un processo artistico che porta alla realizzazione dei suoi lavori. Una sorta di duchampiani ready-made aulici e poetici che danno vita, attraverso una tecnica mista molto originale, ad un mondo fatto di colori e forme, di simboli e di idee, dove impressioni, pensieri, idee che mai si fermano, ma con fermento evolvono e raccontano il suo “Io” narrante più intimo e personale e le motivazioni e le intenzioni che lo spingono ad esprimere ed esprimersi.

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