Rosy Mantovani
Ritratti
(serie)
Anno 2023
Tecnica mista, olio, gesso, grafite, su tela, cm. 70×50
Un colore che si scioglie in emozione, uno sguardo che esprime un universo interiore. Rappresentazione di incomunicabilità , racconto emozionale di personaggi che sono soli, nessuno accanto a loro che ascolti l’urlo della loro anima. Mentre attorno tutto è movimento e rumore loro si muovono con un altro ritmo e con un altro tempo: il loro ritmo e tempo interiori, un pensiero che scivola lento e profondo.
Descrivo la condizione umana odierna fatta di molta solitudine e di difficoltà di comunicazione. Situazione paradossale perché proprio quando il mondo civile si è globalizzato, accorciando ogni distanza fisica e culturale, unito in un’unica rete attraverso i mass media ed i social networks, qualcosa è stato smarrito o è andato perduto: l’essenza dell’umanità e la possibilità di condividere in concreto la propria esistenza. Si vive circondati dal caos del mondo ma si finisce per essere rinchiusi, come in una gabbia, nella prigionia di un IO che non trova modo di vivere come NOI. Il mito del progresso e la nuova religione del lusso e del divertimento lasciano dunque il campo al senso di una desolata e malinconica solitudine. E’ dentro di noi, intorno a noi, il senso opprimente – quale terrifico fiore del mal di vivere – che va guardato negli occhi al fine di comprenderlo. I protagonisti sono ritratti completamente immersi nei loro pensieri, dimenticando ciò che gli accade attorno. Sullo sfondo periferie desolate o rumorose, sudice o abbandonate dove si accende la bellezza dei loro sguardi, occhi di chi non demorde, di chi combatte…e forse vincerà. È la possanza della resilienza.