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Punteggio:
Stelline 226
Elisabetta Ecca
Life
Anno 2017
Acrilico su stucco applicato su legno, cm. 55×55
E ti sfioravo con lo sguardo , perché di più non si poteva…
Elisabetta Ecca nasce a Iglesias nel 1968.
La sua passione per le arti è stata sempre viva sin da bambina, ma è nel 2009 che trovatasi dinanzi ad un sacco di gesso, si è avvicinata al mondo della sperimentazione pittorica, autodidatta fino al 2013, dal 2014 frequenta la Scuola Civica D’Arte contemporanea di Iglesias. La sua arte oggi, evidenzia un appassionato studio di ricerca offrendo opere nate dalla curiosità di sperimentare nuovi accostamenti tra materiali diversi e soprattutto dall’utilizzo degli stessi non rispondente all’uso cui sono destinati. Il gesso, che plasma con le mani, è arricchito con i colori acrilici, pittura per la seta, stoffe, foglia d’oro e argento e stucco, a cui si aggiungono nuove sperimentazioni e diversi materiali. Elisabetta crea mondi isolati e immobili, come un’istantanea immortala attimi rubati ai ricordi.
“L’originalità dell’arte di quest’artista consiste nei materiali usati per creare immagini evocative di emozioni e sensazioni. Il supporto lignico accoglie così gesso, acrilici, pietre, stucco e altri materiali che l’artista sapientemente fonde tra loro in un atto di vera sperimentazione.
Un istinto semplice e sensoriale che si trasfigura in opere di diverse dimensioni, capaci di catturare e giocare con l’occhio dell’osservatore. Particolari ingigantiti nelle dimensioni e nel significato permettono alla nostra mente di indagare l’immagine che lotta con la materia immersa nel groviglio d’emozioni e racconti. In questo modo, Elisabetta crea mondi isolati e immobili, come un’istantanea immortala attimi rubati ai ricordi.
Una ricerca personale che si sposta tra materia, supporto e sensazioni (olfattive – visive – tattili) che solo un paziente e minuzioso lavoro manuale porta al risultato finale di opere come Sognami, Amami ad occhi chiusi e Nel bene e nel male.
Se si può riassumere con tre parole la creazione artistica di Elisabetta, si possono quindi usare le parole: materia – sensazione – sperimentazione.”
Ivana Cabriolu
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